Autore: Federica Del Missier, servizio civilista del CeVI in Brasile
Il lato oscuro delle nuove tecnologie “amiche” dell’ambiente
In Sud America si concentrano i maggiori giacimenti del cosiddetto “oro bianco”, il litio, risorsa chiave per la transizione energetica.
Il Brasile ha iniziato ad affacciarsi sul mercato globale del minerale quando, nel 2017, ne sono state scoperte significative riserve nella Valle dello Jequitinhonha, nel nordest dello stato del Minas Gerais.
Il progetto che promette di rendere il Brasile un attore di livello internazionale nel settore e di avviare un “processo di trasformazione della realtà socioeconomica” della regione, nota come Valle della Miseria, è della società canadese Sigma Lithium Resources. A detta dell’azienda, si tratta di “un progetto di estrazione mineraria verde e lavorazione pulita del litio” dato che si impiegheranno le più avanzate tecniche di estrazione sostenibile e l’uso finale sarà la costruzione di batterie elettriche.
Tuttavia, secondo il Movimento dos Atingidos por Barragens (MAB), la realtà è ben diversa.
L’estrazione di litio ha costi ambientali e sociali: espropriazioni, aumento del costo della vita, dei tassi di violenza e di malattie, contaminazione di acqua, suolo, aria e inquinamento acustico. La malafede di Sigma è esemplificata dal tentativo di ottenere una concessione per la Chapada do Lagoão, un’area di preservazione ambientale considerata “il serbatoio d’acqua” della regione, una zona semiarida soggetta a lunghi periodi di siccità. La contropartita dovrebbero essere le opportunità di sviluppo e la creazione di occupazione.
L’impresa usufruirà però di vari incentivi fiscali mentre la produzione sarà venduta ad aziende straniere, tra cui case produttrici di veicoli elettrici come Tesla, limitando quindi i benefici per la regione. Inoltre, la notizia che la prima fabbrica di batterie al litio-zolfo del mondo sarà costruita in un’altra regione dello stato suggerisce che verrà disattesa anche la speranza dei sindaci della Valle di creare un polo industriale in loco.
Queste contraddizioni sono emblematiche di una regione che storicamente è stata espropriata, sfruttata e stigmatizzata come povera. Afflitta dalla mancanza di investimenti pubblici, le sue ricchezze sono sfruttate solo per l’esportazione e a vantaggio di una minoranza, lasciando gli abitanti a farsi carico del degrado ambientale e di crescenti disparità sociali.
Un’esponente del movimento “O Lítio é do Jequitinhonha” ha efficacemente osservato: “malgrado tutta la ricchezza naturale della regione, continuiamo a sentirci come dei mendicanti seduti su sacchi d’oro”.