Comunicato stampa:
emergenza climatica e nuovo progetto Blue Communities
“La crisi climatica e l’aumento delle temperature rendono sempre più preziosa l’acqua di cui disponiamo. Un italiano su cinque risiede in aree potenzialmente allagabili, minacciate da pericolosità idraulica medio alta. L’Italia vanta il record europeo di acqua prelevata a usi civili. L’aggravarsi della crisi idrica ha indotto alcune organizzazioni a mobilitarsi, a portare il proprio contributo per sensibilizzare e trovare soluzioni efficaci”.
In occasione dell’emergenza climatica estiva di questi ultimi giorni e mesi, il coordinatore del nuovo Progetto frutto della collaborazione di ben 13 enti “Blue Communities – Giovani promotori di comunità a difesa dell’acqua”, Marco Iob (CeVI) ha dichiarato: “In Italia gli incendi e il caldo estremo al Sud, la grandine e gli allagamenti al Nord, confermano che il riscaldamento globale è in atto e che questo ha un forte impatto sull’acqua. La crisi climatica, l’aumento delle temperature, le ondate di calore e le prolungate siccità rendono sempre più preziosa l’acqua di cui disponiamo e che si trova nei bacini superficiali e sotterranei del nostro Paese. I dati dello Special Report “Troppa o troppo poca: l’acqua in Italia in un clima che cambia” (Italy for Climate, luglio 2023) ci indicano che nell’hot spot climatico del Mediterraneo, dove gli eventi estremi connessi alla crisi climatica sono più frequenti e numerosi, nel 2022 il numero di piogge intense e grandinate ha registrato un record di circa 2.000 eventi, e negli ultimi quarant’anni si stimano in 90 miliardi di euro i danni causati da questi eventi estremi. Un italiano su cinque risiede in aree potenzialmente allagabili, mentre sono minacciate da pericolosità idraulica medio alta 6,9 milioni di persone, 1,1 milioni di imprese e 4,9 milioni di edifici.
E ancora: oggi in Italia disponiamo di molta acqua: con circa 130 miliardi di m3 ogni anno l’Italia è il terzo Paese europeo con la maggiore disponibilità di acqua utilizzata per le attività umane e anche per il sostentamento di tutti gli ecosistemi. Questa disponibilità si è però già ridotta del 20% rispetto ad inizio ‘900 e potrebbe diminuire di un altro 40% (con picchi del 90% al Sud) se le emissioni di CO2 continueranno ai ritmi attuali. Nel contempo l’Italia detiene anche il record in Europa per prelievi di acqua, con quasi 40 miliardi di m3 ogni anno. Si tratta di acqua prelevata da fiumi o falde acquifere per l’utilizzo dell’uomo. Questo dato, messo in rapporto alla disponibilità, ci rende il Paese europeo con i più alti livelli di stress idrico. Con 9 miliardi di m3 ogni anno (e +70% rispetto al 2000), l’Italia vanta il record europeo di acqua prelevata a usi civili, quasi doppiando i valori di Germania, Francia e Spagna. Il prelievo è alto per due motivi: da un lato, perché l’infrastruttura idrica è vecchia, caratterizzata da investimenti insufficienti, e perde per strada 42 litri ogni 100 prelevati; dall’altro, perché il consumo pro capite di un cittadino italiano è il più alto d’Europa, con quasi 220 litri al giorno.
L’aggravarsi della crisi idrica ha indotto alcune organizzazioni a mobilitarsi, a portare il proprio contributo per sensibilizzare e trovare soluzioni efficaci. Il 1° gennaio 2023 è iniziato il progetto Blue Communities, coordinato dal CeVI – Centro di Volontariato Internazionale, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo, con l’intento di promuovere la mobilitazione giovanile per il supporto alla creazione di Blue Communities, intese come reti territoriali di attori – scuole, istituzioni, cittadini, organizzazioni della società civile, gestori dell’acqua, amministrazioni locali, operatori economici – che collaborano in modo attivo e responsabile per la riduzione dei consumi diretti e indiretti di acqua, in risposta all’aggravarsi della scarsità idrica. Le Blue Communities si mobiliteranno per coinvolgere giovani, cittadini, istituzioni per la salvaguardia dell’acqua attraverso azioni concrete, attività educative ma anche con proposte simboliche e celebrative. Oggi nessuno ricorda, nessuna Istituzione lo celebra, ma il 28 luglio 2010 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la storica Risoluzione che proclama il diritto universale all’acqua potabile e ai servizi igienici.
Ebbene, proporremo a tutte le Blue Communities e a tutte le Istituzioni che includano tra gli impegni concreti per la salvaguardia dell’acqua e la promozione del diritto all’acqua anche il riconoscimento della giornata del 28 luglio di ogni anno quale “Giorno mondiale per il diritto universale all’acqua”.